Le idee di una donna by Neera

Le idee di una donna by Neera

autore:Neera [Neera]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788855264938
editore: Ledizioni
pubblicato: 2021-05-11T16:00:00+00:00


FEMMINISMO STORICO

Un piacere vivo, quasi un conforto ad una lunga fede, io provo tutte le volte che leggo vite, biografie o studi dì donne antiche, di donne morte, di quelle donne che il femminismo moderno addita sempre in prova di vile servaggio, di compressa intelligenza e che pretende redimere dalle odiose catene del maschio. Prendiamo un esempio di prosa femminista per intenderci meglio. “Vogliamo lo sfacelo di tutti i pregiudizi che per succedersi di secoli curvarono la donna sotto il loro giogo impedendole ogni esplicazione alta e serena delle sue facoltà intellettive e spirituali. Vogliamo poter vivere secondo i nostri gusti e le nostre tendenze, vogliamo lottare e lavorare e se un sogno di gloria ci arride che ci sia permesso di realizzarlo. Scompaia la vana bambola il presioso gingillo, e sorga libera e redenta la donna capace di ispirare all’uomo nobili e grandiose azioni„: Questo è ciò che io lessi in un giornale di propaganda.

Dunque la donna non ebbe mai fino ad ora esplicazione alta e serena delle sue facoltà intellettive e spirituali; non ha mai vissuto secondo le proprie tendenze, non ha mai lottato, non ha mai lavorato, non realizzò mai nessun sogno di gloria! Tenetevelo per detto o sante, o eroine, o martiri di tutti i tempi, regine e principesse gloriose in trono, poetesse gloriose nelle leggende antiche, nelle Corti del Cinquecento, nelle Accademie del seicento, nei salotti del settecento; madri gloriose dei Genii, amanti gloriose, donne, legioni gloriose di donne i cui nomi sono inscritti nei fasti più puri della religione, della patria, della genialità intellettuale; voi non valete nulla siete tutte bambole, gingilli, zeri. Vorrei nominare qualcuna, ma esse sono milioni. Insieme alle lagrime di S. Monica scorrono fiumi di lagrime materne; fiumi di sangue femminile scorrono insieme al sangue di Giovanna d’Arco; e il senno che Cristina e Maria Teresa ebbero in trono, milioni di donne lo ebbero nel reggimento della famìglia e dei negozi. Se le madri di Lamartine e di Goethe, se le mogli di Carlyle, di Michelet, di Gonfalonieri, di Garibaldi ebbero una pubblica esplicazione dei loro meriti, quante e quante virtuose, intelligenti, forti, attive, energiche, seminarono nell’ombra i loro tesori di mente e di cuore; ma allora non c’era il femminismo e si tira una riga alla storia.

È adesso che si incomincia a capire quali bambole fossero le donne del Testamento e di Roma pagana, fino alle prime martiri del Cristianesimo e alle monache del Medio Evo e, diciamo pure, alle Cortigiane poetesse della Rinascenza trasformate a traverso i secoli nelle dottoresse laureate alle Università del seicento, nelle eroine, perseguitate e uccise al tempo del Terrore, esuli volontarie nelle steppe della Siberia, compagne ai congiurati per la libertà della patria nelle carceri di Napoli e di Mantova. È dalla scomparsa di questi preziosi quanto inutili gingilli che deve sorgere la vera donna capace di ispirare all’uomo nobili e grandiose azioni.

Oh! Beatrice, come mai potè il sommo Alighieri illudersi al punto da creare per te un paradiso? E come potè la



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